È giusto esaltare i giochi che creano dipendenza?

Started by BrunoB, 15 April 2013, 23:55:08

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BrunoB

Un articolo segnalato da Jonathan Blow in cui si discute del fatto che spesso le recensioni esaltano la capacità dei giochi di creare dipendenza, e forse a volte si esagera.

Se uno viene a dirvi "ehi questa bottiglia di vodka è grande, non ci si riesce a staccarsene", sicuramente rimarrete un attimo così, ma se uno viene a dirvi "ehi il gioco X è grande, ci ho giocato tutta la notte, mi ha fatto fare tardi al lavoro, ho litigato con la tipa, e ho due occhiaie così ma continuo a giocarci", sicuramente la reazione sarà diversa.

Il tema ovviamente non è così semplice, ma il punto sollevato secondo me è interessante.

Nota a margine: il tutto pubblicato su un sito che si chiama Gamechurch.com, un altro loro post è intitolato "What Would Jesus Play".

Kebabaek

Bella questa. Al di là della componente gesuistica del sito, che i videogiochi creino dipendenza credo sia vero fin dai tempi di pong, a dimostrare quanto possano essere immersivi e di quanto l'aggiunta del gameplay renda questo medium più "potente" rispetto, per esempio, al cinema.

Niente di nuovo sotto il sole, quindi,

E comunque, Jesus is a jerk:
http://jesusisajerk.tumblr.com/
Conan, what is best in life?
To crush your enemies, see them driven before you, and to hear the lamentation of the women!
That is good.

The Benso

Per la gente che non videogioca, la reazione alla dipendenza da vodka o quella da videogioco genera lo stessi effetto. Ovvero quel ribrezzo misto a compassione/pietà con una spruzzata di "viuccidereituttipersoneinutili" ed un pizzico di "iosonomegliodite".

Riguardo le recensioni, che riguardano più strettamente gli appassionati, credo sia un retaggio del passato, qualdo la longevità era un parametro che valeva l'acquisto o no di un gioco. Io sinceramente preferisco un gioco che ti permette di interromperlo quando vuoi e gustarlo con calma, piuttosto che un treno merci di emozioni sparate in endovena in una notte intera di gioco.
Sarò anche un mortale, ma non sarò mai comune

SimoneCognome

Non è questione di esaltare, nel parlato si usano molto spesso questi paradossi o similitudini forzate per dare corpo alla frase, da tutto il repertorio dei turchi, gli assassini, Fabbri, drogati, porno attori etc. E nel parlare di vg la cosa funziona lo stesso. Imho.