#VG: Tomb Raider (2013), DIE HARD LARA

Started by BrunoB, 3 April 2015, 06:12:00

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BrunoB

LE RECENSIONI POLIPONI DI FREE PLAYING PRESENTANO: TOMB RAIDER (2013)


Da qualche tempo ho deciso di resistere alle tentazioni dell'hype e (soprattutto) dei nuovi acquisti gettandomi a capofitto nel backlog, e uno dei primi titoli che ho deciso di recuperare è stato il reboot del 2013 di tromb raider.

Come tanti titoli finiti nel backlog lo comprai all'uscita (o durante qualche saldo? boh!) e dopo averci passato qualche oretta lo abbandonai, in un misto di curiosità per quello che sembrava essere un titolo dal gameplay piacevole e interessante, e di palle gonfie per un ritmo narrativo non proprio impeccabile.

Per questo, in questo mio secondo approccio al titolo ho adottato il metodo cazzone, e mi sono messo a giocarci mentre in sottofondo tenevo podcast, musica e video YouTube. In questo modo ho limitato i danni di una trama soporifera, che a ogni cutscene mi metteva in crisi, lacerato com'ero tra l'imperativo di non skippare mai le cutscene dei giochi, e la volontà di non perdere prezioso tempo di vita appresso a siparietti che manco nel peggior film tv da canale tematico di fantarcheoloscienza.

TRAMA: CHE DUE PALLE, LARA: CHE DUE POPPE


Come forse avrete capito la storia di questo tromb raider non mi ha entusiasmato: di base si tratta di una specie di Lost (l'isola da cui non si riesce ad andar via, abitata da gente poco amichevole che custodisce misteri misteriosi), ma anche di un racconto "di formazione" per Lara.

Qui c'è da fare un distinguo, perché se da un lato le interazioni di Lara col suo mentore sono patetiche ("ricordati che sei una Croft!", ma che davvero?) dall'altro la caratterizzazione di Lara stessa IMHO è molto ben riuscita e l'evoluzione del personaggio, da pecorella smarrita "oh mamma mia che sta succedendo" a donna arsenale incazzata col mondo, è resa molto bene, con lei che gradualmente si ricopre sempre più di lividi e graffi e ha i vestiti sempre più strappati (ma mai abbastanza strappati, se capite quello che intendo *wink wink*).

È un'evoluzione un po' alla John McClaine in Die Hard, un'evoluzione che viene per fortuna resa non tanto nelle cutscene (dove comunque si riflette) quanto "in-game", col semplice ma efficace trucco, come dicevo, di farci guidare una Lara sempre più piena di lividi e graffi. È una piccola cazzata, che però funziona molto meglio dei tanti blabla delle scene di intermezzo, a riprova, ancora una volta, che la grammatica dei videogiochi è diversa da quella dei film.

A lato, devo dire che non ho notato tutta 'sta stracazzo di dissonanza ludonarrativa: all'epoca dell'uscita del gioco nelle recensioni e nei commenti andava di moda dire che "ohohoh Lara ammazza mezzo Burundi e però fa sempre la verginella che si prende vergogna a tirare il grilletto ihihih ohohoh come sono recensore chic", io onestamente tutta 'sta ritrosia a premere grilletti non l'ho vista eccetto che all'inizio (e manco tanto), anzi se c'è una cosa che m'è piaciuta del gioco è stata proprio che alla fine Lara aveva proprio l'aria di quella che non vuole sentire cazzate e che se sgarri ti smitraglia e buonanotte.

Certo però come dicevo il gioco me lo sono giocato mentre sotto sentivo podcast e minchiate, per cui questo mio parere sul suo lato narrativo potrebbe non essere del tutto accurato. O FORSE NO?

PISTOLE E CAPRIOLE


Il piatto forte di questo reboot comunque è il gameplay: abbandonata la struttura da platform 3D dei suoi predecessori, in questo capitolo ci si inserisce nella strada dello sparamuretto "cinematico" alla Uncharted.

In realtà non so quanto questo titolo si possa definire "cinematico", dato che a conti fatti ci sono poche fasi scriptate in stile "sparatoria mentre tutto crolla" o simili, del resto però ancora non ho giocato nessun Uncharted, quindi non posso davvero esprimere un parere a riguardo.

Quello che posso dire con certezza però è che il gunplay è estremamente dinamico: Lara non è un carro armato da 300 kg come i protagonisti di Gears of War, ed è anche più agile e scattante rispetto a quanto non si veda in titoli come Spec Ops o Binary Domain. Non si arriva a livelli da cavallette alla Vanquish, però comunque le sparatorie non sono mai un "mettiti dietro l'angolo e aspetta i nemici uno a uno".

Usando con intelligenza il tasto per la schivata si possono fare figate tipo schivare l'attacco corpo a corpo del tizio che s'è avvicinato troppo, contrattaccarlo con una finisher, gettare sabbia negli occhi di quello che l'accompagnava stordendolo, arrivare con una capriola in un riparo lì vicino, e andarci giù di fucile per finire il lavoro.

Il gioco me lo sono giocato a livello hard e ogni sparatoria è stata davvero un gran divertimento, coi nemici che sistematicamente cercavano di venire a stanarmi, e che mi costringevano a sfruttare sempre tutte le mosse a disposizione e tutte le possibilità degli ambienti, tant'è che anche quando trovavo un angolo dove potermi mettere per farli fuori uno a uno, preferivo comunque buttarmi nella mischia per fare lo stylish.

È proprio per questo che ci sono rimasto di merdissima quando ho finito il gioco: una volta portata a termine la trama, si può continuare a girare per l'isola giusto per sbloccare segreti e raccogliere collectible, ma non ci sono più nemici a cui sparare, eccetto gli animalacci, che però ovviamente non sono la stessa cosa.

OPEN WORLD E PLATFORMING Q.B., MULTIPLAYER ALLA BRACE


Sparatorie a parte questo tromb raider è un gioco competente: lo svolgimento è molto lineare, ma c'è anche quel tanto di open world che motiva a esplorare gli ambienti e a tornare eventualmente sui propri passi per trovare segreti e cazzi senza che però ci sia un mondo talmente vasto da perdercisi... Diciamo che da questo punto di vista ricorda molto il primo Batman, Arkham Asylum.

Il platforming è funzionale, ma non arriva a livelli da pilota automatico alla Enslaved (again, non ho mai giocato gli Uncharted, quindi non so loro come siano messi). I salti permettono ampi margini di errore, ma al tempo stesso non prendono mai troppo per mano il giocatore, col risultato che alla fine rimane sempre possibile scazzare e schiantarsi al suolo, cosa che dà anche un certo brivido nelle ambientazioni più "a picco".

Diciamo che non è più richiesta la precisione certosina dei Tomb Raider classici, ma non siamo neanche a livelli da "premi un pulsante e vai tranquillo".

Per gli appassionati è presente anche una componente multiplayer, e devo dire che sono rimasto stupito nel trovare gente online ancora oggi (o magari sono stato semplicemente fortunato, dato che nelle recensioni su Steam tutti dicono che i server erano vuoti già ai tempi dell'uscita). Ci ho fatto solo una partita e mi sono ritrovato davanti il classico deathmatch a squadre, però il problema è che non potendo usare le mosse "avanzate" del gioco (schivate, contromosse, sabbia negli occhi) il gameplay resta un po' monco rispetto al single player, e la cosa non mi ha stimolato ad approfondire ulteriormente questa modalità.

SCASSAMENTI DI PALLE QUI E LÀ, MA IN GENERALE UN OTTIMO GIOCO


In definitiva questo tromb raider è un reboot con degli alti notevoli (le sparatorie in allegria) e con dei bassi abbastanza fastidiosi (la trama sviluppata in modo banale e un ritmo generale a volte un po' soporifero). Per far fronte a questi ultimi, trovatevi qualcosa da ascoltare mentre giocate, così vi passeranno meglio i momenti di psicopugnette esistenziali delle cutscene, e le varie fasi "ehi Lara vai qui", "ehi Lara torna lì", per fortuna non troppo pesanti già in partenza, e limitate più che altro ai momenti iniziali.

Peccato che a gioco finito non rimanga molto da fare, e non ci sia neanche un new game plus con cui rigiocarsi tutto daccapo con le armi e i potenziamenti sbloccati nella run precedente. Non sarebbe stato male un sistema di incontri random alla Shadow of Mortacci per prolungare la longevità del gioco (e le sue sparatorie) in maniera indeterminata.

In conclusione un titolo che mi sento di consigliare, specie perché ormai si trova a poco. Speriamo che nel seguito risolvano i problemini di questo primo capitolo: le potenzialità perché diventi un titolo imperdibile ci sono tutte.